Un’artista concettuale attraverso la pittura
Narcisa Monni, classe 1981, annovera nel suo cv oltre cinquanta esposizioni nazionali.
Sui social, i suoi dipinti hanno coinvolto e confortato il pubblico durante la delicata fase del lockdown che ci ha coinvolti recentemente.
Dipinti di quotidiano, di rapporti in bilico, intimità… forse questa la chiave di un confronto diretto con lo spettatore, di una sorta di rispecchiamento che però resta misterioso, incuriosisce sul significato dell’opera.
Non si definisce una pittrice, bensì “un’artista concettuale attraverso la pittura”.
V: Narcisa ciao, raccontaci un po’ di te, la tua formazione… la prima pennellata la ricordi?
N:Ciao!
Ho preso il diploma in Grafica Pubblicitaria e Fotografia all’Istituto d’Arte di Sassari, poi il diploma di Pittura all’Accademia di Belle Arti e infine un corso di specializzazione di Interaction design.
Sinceramente non ricordo la mia prima pennellata, ricordo che da bambina ho sempre disegnato come tutti i bambini, solo che io non mi sono ancora fermata.
V: A chi ti ispiri nello stile? Quali sono le tue tecniche di pittura?
N: Non ho un modello di ispirazione preciso, ovviamente il mio bagaglio culturale è carico di tutta la storia dell’arte e ogni piccolo dettaglio potrebbe essere riconducibile a un periodo o a una corrente, ma questo credo che avvenga in automatico.
Le mie tecniche di pittura sono diverse, solitamente utilizzo acrilici o smalti ma è il supporto ad interessarmi maggiormente.
Il più delle volte quelli che scelgo non accolgono il colore, per esempio l’alluminio o la plastica. In tutti i casi, il supporto è parte integrante dell’opera, quindi lo scelgo in base al progetto che porto avanti.
V: Colori pastello ricorrenti, com’è la tua visione del dipinto sul nascere?
N: Colori pastello ricorrenti non so, li ho utilizzati solo ultimamente ma non sono tra i miei preferiti, nel senso che difficilmente riesco a realizzare un’opera con colori così delicati, preferisco colori forti capaci di esprimere una pittura gestuale… anche se, a dire il vero, dipende sempre dal lavoro che sto facendo.
La mia visione del dipinto sul nascere è sempre chiarissima, questo perché trascorro molto tempo a riflettere su quale supporto sia più idoneo, su che tipo di tavolozza usare, ma anche sulle dimensioni.
Una volta deciso mi metto a lavorare, e capita che la visione che avevo inizialmente non sia la stessa del risultato finale.
V: I titoli assegnati alle opere sono molto evocativi, come accade questo battesimo dell’opera?
N: Il titolo è parte integrante dell’opera, sono un’artista concettuale, non una pittrice. La pittura è solo il mezzo che sto usando in questo momento, ma in passato ne ho usato altri e in futuro sicuramente ne userò altri ancora.
V: Hai una routine per dipingere, un rituale di creazione?
N: Io dipingo solo di mattina, o meglio, inizio tutti i quadri di mattina, magari posso finirlo di pomeriggio ma mai di sera o notte. Non mi piace la notte; nonostante lavori sempre con luce artificiale, sapere che fuori non c’è il sole mi deprime.
Se inizio un quadro di notte finisce sempre male, non lo chiudo mai. Invece mi piace lasciare la tv accesa perché le persone che parlano in sottofondo di cose che non mi interessano mi aiutano in realtà a stare concentrata su quello che sto facendo.
V: Durante la quarantena sei stata molto prolifica, avevi bisogno di un momento di raccoglimento come quello? Com’è stata per te?
N: durante la quarantena ero molto spaventata, ho fatto l’unica cosa che potevo fare per non impazzire. Alla fine ci ho preso la mano e in due mesi ho realizzato ottantacinque carte, non facevo praticamente altro. Per me è stato bello, davvero
V: Come vivi il confronto artistico con il pubblico? Com’è operare in una città come Sassari?
N: Il confronto con lo spettatore è fondamentale nel lavoro di un’artista, senza un pubblico non so cosa potrebbe rimanere. Sassari è una piccola città che non ha una grande cultura di arte contemporanea, oggi meno che in passato ed è per questo che esistono pochissimi spazi espositivi che a stento riescono ad andare avanti proprio per questo problema.
V: Cosa vorresti fare ora?
N: Ora vorrei realizzare delle sculture, è un progetto che ho in mente da un paio di anni e ora penso che lo concretizzerò.
Maquini Meets: NARCISA MONNI
Crediti
Narcisa Monni
All works belongs to the artist, courtesy of Narcisa Monni.
Instagram: @narcisamonni
Redazione: Veronica